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mercoledì 26 febbraio 2014

MAI PIU' di ©Paola Bosca


mai piu'
concederò il fiore aperto 
all'amore meschino.
mai piu'
ti amerò per amore divaricato al tuo sorriso.
il cielo mi è testimone.
mai più
ti donerò i segreti celati nel corpo.
mai più
scoprirai il mio seno
nell'ombra smaniosa della complice luna.
mai più
le mie labbra eccitate
sulla tua essenza senza senso.
mai piu'
te
noi.
sei morto nel giorno della mia resurrezione.
un cieco non può vedere la porta dell'anima.
un sasso non può essere diamante.
ti getto nel fosso di uno qualunque.
sfollato dal cuore di chiunque.
petali appassiti respirano di te.
©paola bosca/registrata

martedì 25 febbraio 2014

POESIA di ©Paola Bosca


POESIA.

sei passione
dannazione 
persecuzione
squarcio sanguinante nella mente
assillo perpetuo
sei vogliosa amante
mi chiami
mi sussurri
mi usurpi l'anima.
sei cuore 
che trabocca veleno
che emana profumo
sei la mia confusione
l'eterna maledizione
sei essenza di vita.
ti invoco
mi vuoi
ti voglio 
mi prendi.
sei carnefice
sono vittima.
sono aggressore
sei olocausto.
sei morte
sei rinascita.
sposa carnale
amata
odiata
poesia
sei la mia selvaggia 
inguaribile
malattia.
poesia
mia divina
supplicata
maledetta
poesia.
©paola bosca/registrata
pubblicata nel libro ...NEL VENTRE DELLA LUNA...ed. i rumori dell'anima


giovedì 13 febbraio 2014

Il tuo silenzio. di ©Giovanni Gentile


Il tuo silenzio

il tuo silenzio 
è per me una lama che mi trafigge, 
ma ti sento, 
sento la sofferenza
che ha accompagnato tutta la tua vita,
sento le lacrime che scorrono
corrodendo il tuo sorriso
fino a farlo diventare una smorfia di dolore,
sento il grido che s'alza dalle viscere della terra,
dall'ingresso dell'inferno
dove ti hanno condotta fino ad ora.
Prendimi per mano adesso
e lasciati portare fuori,
dove il sole ti schiaffeggia
per dirti che sei viva,
e dove il profumo della terra
lacera le tue narici mostrandoti
che non hai radici
ma che puoi volare
e raggiungere le farfalle

©Giovanni Gentile 17 Novembre 2013

DANZA CON ME di ©LUCIA MEROLA

DANZA CON ME

Lentamente scivolo sulla tua pelle
labbra vogliose sospirano le tue.
Umida la brama, 
fonde i corpi assetati.
Danza amore,
danza con me
in questa notte di follia.
Melodia dei sensi,
canta l’estasi sulla mia pelle.
Stille incandescenti
invadono le vene,
spasmodica serpeggia la voglia.
Brividi di follia 
possiedono le carni,
turgido piacere che penetra il mio.
Respirami nella frenesia dei gemiti, 
nell'atavica danza del delirio.

©Lucia Merola/registrata


PRESENTAZIONE ANTOLOGIA VOX ANIMAE



martedì 11 febbraio 2014

Verdi occhi sconosciuti


Verdi occhi sconosciuti 

Smeraldi
son quegli occhi tristi,
smeraldi,
tra le onde spumeggianti del mare
si perdono,
si confondono con esse.

E son tristi,
di una tristezza rassegnata,
a mo' di mare in bonaccia.

Ma sanno essere inquieti,
come il mare in tempesta,
ed i lampi di malizia, guizzanti,
che li percorrono
sembrano onde che s'infrangono
con rabbia sull'inerme scogliera.

Smeraldi
son quegli occhi tristi,
smeraldi,
veri gioielli della natura.
Nelle profondità della terra
sono velati
da una tristezza sepolcrale,
e quando due mani
sconosciute
gli doneranno la gioia del sole,
vibreranno di una felicità
infinita.
©Renato Fedi

lunedì 10 febbraio 2014

SE SOLO TI AVESSI INCONTRATO


SE SOLO TI AVESSI INCONTRATO.

ah...se solo ti avessi incontrato ieri nei miei pensieri
la notte non mi avrebbe logorato le carni.
tu non mi avresti visto morire nel fosso di una perfida lacrima.
il buio avrebbe temuto le tue forti braccia
e io avrei riso di noi
e impastato il caldo pane di baci e morsi affamati.
avrei appeso la mia sottana tra il cielo e i colori caldi dell'estate.
se solo ti avessi incontrato
mi sarei dissolta tra il profumo dei tuoi capelli
e come una venere
sarei rifiorita dal sudore del tuo corpo fradicio di passione.
se solo ti avessi incontrato.
©paola bosca/registrata

domenica 9 febbraio 2014

AMAMI DI VERITA' ©PAOLA BOSCA


AMAMI DI VERITA'.

non so nulla di quel sorriso 
che ha scorticato difese dure come pietre.
non so di quale inferno hai patito
e quale paradiso ti ha accolto nel suo ventre.
non so quale nettare hanno succhiato le tue calde labbra
e se la luna ti ha svelato l'amore che si prova
stretto tra le gambe della notte.
no, non so nulla.
ma raccontami l'alba che di noi parla
senza omettere l'ora della noia
che puntuale sorprende il giorno al suo tramonto.
stancami di vita
una favola l'ho già ascoltata.
giurami la verità. 
©paola bosca/registrata/

sabato 8 febbraio 2014

Lei e il suo cielo che non c’era.


Lei e il suo cielo che non c’era. 
Chiudeva gli occhi per cercare i passi lontani, il rumore non si sentiva più nel tempo passato. 
Un letto e giochi di bimbi piccini, labbra che volgevano verso il cielo, gli echi erano gioiosi anche se non erano i suoi fratelli di sangue, ma il bene era come se lo fossero. 
Un pigiama rosa con un cielo di nuvole bianche, la casualità di alcuni disegni si mettono a fuoco dopo tempo, dopo gli eventi accaduti, i fatti successi. 
Era l’unico cielo che avesse, ed era tutto suo!  Dentro quelle nuvole aveva riposto le speranze della sua innocenza infantile. 
“Dobbiamo fare presto! Contiamo fino a tre, tutti in ginocchio e con il viso nascosto tra le mani, gli occhi chiusi, non ci siamo per nessuno!! Presto, prima che arrivi!!” era l’ordine che dava inizio al gioco, i fratelli momentanei erano più grandi di lei, erano veloci e più furbi. A lei piaceva tanto quel gioco. 
Iniziava la conta, lentamente, le risate dovevano ammutolirsi, in mezzo secondo si doveva entrare sotto le coperte e far finta di dormire. Arrivava la notte e doveva esserci il riposo dei pensieri. Il giusto riposo, non quello silenzioso e di circostanza. 
La voce arrivava dal corridoio: “ State dormendo? Arrivo a controllare e, chi non sarà sotto le coperte, prenderà una sculacciata!”. Si aspettava il rito, la luce stava accesa sino a quando non avveniva, il numero due stava per lasciare lo spazio al tre. Tre! Non si accorgeva nemmeno, la bimba, mentre lesti i compagni di giochi  si infilavano sotto le coperte. Lei rimaneva lì, con il sedere all’insù, nemmeno il tempo di realizzare che la porta si stava aprendo. La stanza si riempiva di echi, rintocchi nel cuore solo, le risate. 
Non arrivava mai la sculacciata, erano braccia che cercavano di consolare un bene mancato, lasciato, messo in disparte. Abbandonato in stand-by. 
Rideva quando baci la coprivano, soffocava di affetto vero, sincero, naturale e si poteva leggere anche negli sguardi, che fosse l’adulto o i fratelli adottivi, poco cambiava. Perché di questo si trattò. Adozione momentanea. 
I parenti fanno meno male di un centro di accoglienza momentaneo, forse. Aveva tre anni, raccoglieva il suo cielo nei palmi e lo infilava negli occhi. Solo lì, poteva averlo. Per circa due anni. 
Lei e il suo cielo che non c’era.
©Cristina Gangale


Mi sarebbe bastata una sola carezza

Mi sarebbe bastata una sola carezza
In ginocchio
ho atteso per anni
una carezza.
Strisciavo per terra
come a colpevolizzare
la dolcezza che mi vestiva
e tu .. non mi hai mai guardata negli occhi,
mai presa in braccio,
mai pronunciato il mio nome.
Pensi abbia dimenticato
gli schiaffi che rimbombavano fino al cuore
tremante per ore di paura...
quei rumori,
ora echi fra le pareti dell'anima,
sono rintocchi indelebili
di dolore,
le tue mani non hanno mai sfiorato le mie,
mai accarezzato i capelli, il viso
e da piccina 
mi son sempre chiesta perchè quelle tue mani
non donavano dolcezza e amore,
mi sarebbe bastata una sola carezza,
avrei capito che mi amavi ed esistevo.

©Mara Zilio



martedì 4 febbraio 2014

RADICI

RADICI.
ho vissuto in molte vite ieri.
oggi ne voglio una
che profumi dei fiori d'ibisco del mio giardino.
ho messo radici nell'anima.
©paola bosca/registrata
 


PRIMITIVO AMORE (PAOLA BOSCA)

muore 
l'ultimo sorriso 
del crepuscolo
soffocato
tra le labbra della notte.
la luna
volge la sua luce
a un nuovo amore.
l'albero di magnolia
abbraccia l'unico fiore rimasto.
inciso nella sua corteccia
un TI AMO
timido e perenne.
ed io
anima mia
accarezzo il ricordo di un primitivo amore.
di te
mi rimane intatto il palpito di un cantico carnale.
©paola bosca /registrata 


I TUOI PASSI PESANTI DENTRO ME

I TUOI PASSI PESANTI DENTRO ME.

un mondo di lacrime
affogò il tuo sorriso.
il buio
accecò gli occhi di un sordo stupore.
le spalle ingobbite
dalla macchia del dolore.
non ti voltasti più.
l'orma dei tuoi pesanti passi
geme ancora di patimento.
graffia la mia carne
fragile
nell'ultimo tuo bacio.
©paola bosca/registrata

domenica 2 febbraio 2014

LA CORONA DEL DANNATO ROSARIO (PAOLA BOSCA)


è sudicia la mia pelle
imbrattata
di sperma dello sciacallo.
ha soffocato la mia anima
lui.
a testa in giù
nel fango dell'umiliazione.
il terrore
ha ingoiato il mio urlo
e aperto le gambe all'abuso.
ringhio rabbioso
dentro le mie ossa
dolenti di ferocia bestiale.
furioso l'orgasmo brutale
urlato tra sangue imperlato di paura.
le palpebre serrate
di terrore
di attesa
di preghiera
a un Dio
invocato senza risposta.
singhiozzi
squarciano l'infausta notte.
vegliano gli angeli
un destino lacerato
e piangono
il sogno sfigurato.
sfoglio ogni attimo
ogni momento
ogni patimento
ogni offesa
ogni mortificazione
come fossero grani di un rosario maledetto.
dannato rosario
in perpetuo lamento sulle mie labbra
che tu sia dannato.
in ginocchio
davanti ad uno specchio
prego la memoria di dimenticarmi.
evanescente
il ricordo di un sorriso che guarda l'orizzonte.
©paola bosca/bosca/registrata/vietata ogni forma di riproduzione.
 — con Rita Masetti